Oggi ti presento una carne molto particolare ma molto gustosa e utilizzata qui nella nostra nazione: la carne di cinghiale.
La carne di cinghiale ha infatti un sapore molto particolare e molto apprezzato dagli amanti della selvaggina. Questo tipo di carne ha molte proteine e pochi grassi ma deve essere cucinata in modo esemplare poiché molto fibrosa e dal sapore selvatico.
Esistono vari modi per cucinare il cinghiale: al forno, in umido, rendendolo ragù, marinato o fritto.
Come direbbero i romani “la morte sua” è in umido ovvero il classico spezzatino, in modo da rendere la carne umida al fine di non asciugarla troppo.
Per cucinare questo tipo di carne la marinatura è fondamentale per togliere il gusto selvatico dell’animale adulto, se invece si tratta di un piccolo cinghiale, la carne è più tenera e con un sapore selvatico meno accentuato.
Bisogna lasciarlo una notte in infusione in frigorifero in una ciotola con dentro un litro di vino rosso e alcuni odori come cipolla, carota, sedato, aglio e rosmarino e pepe.
Per preparare le pappardelle al ragù di cinghiale, fai un soffritto con i classici odori, poi fai rosolare a fuoco vivo la carne e aggiungi poi i piselli. Un altro modo può essere quello del ragù.
Oltre ai classici modi già elencati si possono fare delle cotolette di cinghiale o delle polpette fritte.
In questi due casi bisogna prestare molta attenzione perché il pericolo più grande è quello di ottenere una carne stopposa e molto secca, ecco perché è doveroso marinare la carne con vino rosso o limone a seconda dei gusti.
E tu come lo cucini? Dicci la tua!