“Riders”, fattorini, ciclo fattorini, portapizze e pizzaboys: questi sono tante definizioni che vengono utilizzate per definire le persone che consegnano cibo a domicilio per lavoro.
Purtroppo lavorare come rider è diventato ,per alcuni, quasi simile al concetto di schiavismo poiché in molti dei casi tali lavoratori non hanno un contratto regolare e vengono pagati molto poco.
Attualmente in Italia il tema dei contratti di lavoro dei riders è molto discusso. Ciò è un aspetto delicatissimo nel mondo del delivery che andrà regolamentato.
Runner pizza è l’unica azienda in Italia ad aver fatto un accordo sindacale con Cigl, Cisl e Uil creando quindi un contratto di lavoro dipendente con i riders sostenibile per l’azienda e tutelante per i fattorini.
I lavoratori sono assunti a tempo indeterminato con un contratto part-time di circa 10 ore a settimana. Questo traguardo è il primo grande accordo che supera il lavoro a cottimo visto in questo campo.
Nell’intesa è previsto che la paga oraria sia pari a circa 9 euro l’ora con l’aggiunta nel contratto di tfr, ferie e tredicesima ma particolarmente tale contratto da dipendente garantisce ovviamente la copertura in caso di infortuni sul lavoro.
Quest’azione ha lo scopo di tutelare anche i clienti finali poiché sono consapevoli che i dipendenti dell’azienda sono sotto controllo gerarchico quindi sono più attenti ad alcuni aspetti fondamentali come per esempio al comportamento e all’attenzione alle norme igienico sanitarie.
In questo momento dell’emergenza Covid-19 è fondamentale per il cliente e cittadino fidarsi dell’azienda e dei riders.
Il concetto di delivery consapevole richiede non soltanto la qualità ma anche un concetto etico rispetto al pagamento e lo sfruttamento dei riders fatti dalle app.