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Apicio riportava nei suoi scritti ricette che rimandano, nelle modalità di preparazione, agli hamburger, pur non definendoli mai con questo appellativo.
Ti chiederai chi è Apicio; un food blogger? Il cuoco di Chiara Ferragni? Ebbene no, Apicio era un gastronomo vissuto nei primi secoli d.C, e la sua testimonianza dimostra a quanti anni fa risale l’abitudine di preparare questi medaglioni di carne macinata.

Tuttavia, la celebrità degli hamburger è una prerogativa dei nostri anni, per questo sarebbe curioso reinterpretare le gesta dei personaggi passati, teletrasportando nell’antichità gli hamburger. Come si sarebbero comportati i nostri avi se sulle loro tavole ci fosse stata questa prelibatezza moderna?

Facciamo un primo tuffo nel passato; immagina di trovarti con una tunica bianca nel palazzo Imperiale di Giulio Cesare. Sono le Idi di marzo del 44 a.C, e attendi impaziente di assistere al Cesaricidio che hai studiato sui libri di scuola in tutte le salse. Ma quando i congiurati stanno per mettere in atto il loro piano, spinti dai profumi della cucina, si avvicinano ai cuochi imperiali. Succulenta carne cuoce sui carboni ardenti, e non hai dubbio: insieme a te hai portato dal futuro anche gli hamburger! Incapaci di resistere si avventano su quella strana carne. Compiaciuti li senti esclamare, con un piccato accento romano: “ma lasciamo perde, e magnamose ‘sta roba!”.

Sconvolto e dubbioso per il destino di Roma, e per tutta la storia che dovrai ristudiare, ti ritrovi in una terra incontaminata, come se l’uomo non vi avesse ancora messo piede. Vedi sulla macchina del tempo che sei stato catapultato nel 1492, e capisci subito di essere il protagonista di un altro evento chiave dell’intera storia dell’umanità: Colombo ha appena scoperto l’America.
E in lontananza li vedi, questi uomini bianchi, smarriti per essere approdati in una terra inesplorata, guardare con sospetto gli indigeni d’America, stupiti dai loro strani colori, e dal loro particolare abbigliamento. Ma ecco che compare di nuovo; l’hamburger appare anche qui! Questa volta è tra le mani di Toro Seduto, che lo offre speranzoso ai nuovi esploratori, come un vessillo di pace. Colombo l’assaggia ed esterrefatto ne apprezza la bontà. Nessuna guerra sanguinosa per cacciare gli Indiani d’America, e senti Colombo esclamare: “Questa terra si chiamerà Hamburgeria!”.
Anche la geografia mi sa che te la dovrai rivedere!

Senza avere il tempo di riprenderti da questi strani eventi, vieni spedito nel 1633, e ti trovi ad assistere al giudizio di Galileo davanti all’Inquisizione. Anche qui, forte dei tuoi voti positivi a storia, attendi di assistere all’abiura di Galileo, e curioso ti chiedi se davvero abbia mormorato “Eppur si muove!”. Quando però Galileo deve dimostrare la sua tesi non vedi più le pagine dei suoi libri pieni di calcoli, ma un modellino esplicativo, stile plastico di Bruno Vespa. Non credi ai tuoi occhi: la terra è una polpetta ed il sole un hamburger gigante. Galileo espone le sue idee e fa girare la polpetta intorno all’hamburger, e senza esitazione alcuna il Sant’Uffizio approva: è la Terra che gira intorno al Sole. La verità è stata raggiunta senza censure nè spargimenti di sangue.

Chissà come sarebbero continuate le cose, se gli hamburger ci fossero davvero stati. Intanto ridiamo insieme, per questa divertente utopia!